11-Maggio-2009
DALLA FUSIONE FREDDA ALLE SCIENZE MENO EMPIRICHE: Tra enigmi ed incertezze
Sono trascorsi vent'anni da quando l'elettrochimico cecoslovacco Martin
Fleischmann (1927), e il suo (ex) allievo chimico statunitense Stanley Pons
(1943) annunciarono pubblicamente di aver prodotto energia attraverso una
reazione di fusione nucleare (a freddo) innescata a bassissima temperatura,
recuperando, appunto, una notevole quantità di energia, ben superiore a
quella utilizzata nel sistema sperimentale. Nonostante le polemiche che hanno
coinvolto la comunità scientifica e la separazione dei due
"intraprendenti" ed "avventurosi" scienziati, l'argomento suscita ancora un
certo interesse, sia pur in forma più attenuata e diretta in alcuni
settori come quello della scienza medica applicata... Se ne è parlato
recentemente a Roma nella sala conferenze del Circolo Ufficiali delle
Forze Armate in una giornata di studio COHERENCE 2009 sul tema "The hope of
cold fusion - La Fusione Fredda e sue implicazioni a 20 anni dall'esperimento di
Fleischmann & Pons".
Tra gli
interventi di particolare approfondimento quello del prof. Giovanni Gigante, del
Dipartimento di Energetica all'Università La Sapienza di Roma, che ha
"rivendicato" alla Fisica Sanitaria il proprio ruolo in quanto sembra essere
utile in diversi settori dell'attività medica e/o sanitaria e quindi per
la nostra cultura moderna. La Fisica Sanitaria è nata con l'emergenza
nucleare degli anni '50 come una "sfida" da parte di alcuni ricercatori
ponendola come fonte di valutazione del rischio. "Il rischio - ha
spiegato il relatore - non consiste nel misurare le radiazioni, ma nella
valutazione del rischio biologico, peraltro molto più complesso, in
quanto a quell'epoca lo sviluppo della Biologia non era sufficientemente
evoluto. I principi della radioprotezione sembrano essere ormai scontati
(anche se con punti di vista diversi), come quello della giustificazione che consiste nella massima
precauzione in
quanto ogni esposizione deve essere giustificata in termini pratici: misurare il
rapporto costo-beneficio là dove è possibile al fine di giustificare la
pratica, peraltro in seguito divenuta comune in molti settori a rischio.
L'attuale fase dello sviluppo della
radioprotezione sembra essere disatteso perché mentre le valutazioni a livello
industriale in altre attività radiogene implicano valutazioni
particolarmente serie e appropriate, il settore sanitario per certi versi è
scarsamente considerato in quanto il rapporto costo-beneficio pare non
rappresentare una entità misurabile (che potrebbe essere infinita), giungendo a
tale valutazione a posteriori nella misura di circa il 20% delle
esposizioni che non sono giustificabili da un punto di vista dei risultati
diagnostici ottenuti. "Il vero contributo culturale della fisica
sanitaria - ha spiegato il cattedratico - è il principio ALARA, in
seguito adottato in molti settori. Un cambiamento epocale dal punto
di vista logico nella valutazione del rischio che consiste in una
simulazione dello stesso, ossia una procedura di valutazione per ridurre al
minimo i rischi, indipendentemente dal fatto di aver superato dei limiti
che in seguito vengono introdotti, anche se (a mio parere) è sbagliato
introdurre gli stessi in quanto il vero principio consiste nel rispetto
della ottimizzazione della esposizione".
Sul tema
"Cold Fusione - Theoretical experimental and technology devolopment" tra
gli altri è intervenuto Sergio Bartalucci, ricercatore all'Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati, che ha disquisito sul concetto di
"Scienza ironica" in accordo con la conoscenza presente, ma che pone
interrogativi a cui non è possibile dare risposta in quanto sembra costruita in
un modo da non poter essere ne approvata ne disapprovata, ne
verificata ne falsificata secondo il "Principio di Potter"; una teoria
scientifica visto che è sufficiente un solo fatto sperimentale contrario per
mettere in discussione l'intero apparato... Se è vero che le nuove
verità cominciano come eresie e finiscono come superstizioni, c'è da chiedersi
se con questa scienza ironica dell'era attuale siamo già arrivati al
periodo della superstizione, e se possiamo pensare di andare oltre la Fisica
standard, le meccanica quantisitica e la relatività. A questo proposito
Bartalucci ha detto: "Forse non c'è una risposta, ma se c'è qualche attività
che ci può permettere di innescare una nuova rivoluzione scientifica,
oggi, a mio parere, esiste solo la fusione non convenzionale"
Un altro argomento ancora privo di
riscontri rigurda "L'enigma metereopatie", sul quale è intervenuto Vincenzo
Valenzi (docente alla Facoltà di Idrologia Medica all'Università La
Sapienza, e capo Dipartimento di Scienze Biologiche all'Accademia Telesio
Galilei di Londra), precisando che le metereopatie primarie non sono
correlabili ad alcuna patologia di base, e le metereopatie secondarie
rappresentano l'esarcebazione di una patologia di base che spesso
è artroreumatica o respiratoria. Passando in rassegna una serie di esempi
sugli effetti del clima locale e cosmico sulla fisiopatologia umana, il
professor Valenzi ha concluso che "appare palusibile come una parte
di questi possa essere mediata dalle "variazioni della resistività dell'acqua",
che costituisce il medium dei circuiti elettrici cellulari e corporei,
che rispondono alla legge di Ohm e alle influenze elettromagnetiche e
quantistiche, ossia gli effetti Bohm, Aranov e Josepson"
L'EVOLUZIONE DELLE BIOTECNOLOGIE - INTERVISTA a UBALDO MASTROMATTEO, docente
di Biosoluzioni e Biotecnologie Mediche alla Facoltà di Medicina di
Milano
Dottor Mastromatteo, quali sono le patologie maggiormente seguite
dalla Biotecnologia? "C'è un'attenzione soprattutto per le patologie in
evoluzione. Ad esempio il diabete, per il cui trattamento si rende necessario
iniettare i farmaci necessari al controllo della concentrazione del glucosio
nel sangue, evitando al paziente l'autotrattamento ripetute volte al giorno; e
questo grazie ad una micropompa di ridotte dimensioni in grado di immettere
automaticamente all'interno dell'organismo la quantità necessaria di
insulina"
Le patologie di tipo motorio sono anche alla vostra
attenzione? "Non proprio. Da questo punto di vista siamo più orientati
sul "Fitness", ossia sulla possibilità di misurare con dei sensori le
prestazioni e la condizione del corpo umano. Va però detto che negli anziani
può essere importante poter seguire la capacità di movimento, o addirittura
diagnosticare a distanza (con appositi sensori) la loro l'eventuale
caduta"
Tra queste attività tecnologiche innovative quali sono i
vostri rapporti con il mondo medico-sanitario? "Per il vero i rapporti
sono ancora abbastanza limitati in quanto apparteniamo a due "mondi diversi":
sino ad ora hanno avuto difficoltà ad esprimersi reciprocamente con un
linguaggio comune. Tuttavia, il fatto di insegnare nelle Università le
tecnologie che servono per applicazioni in campo medico, ritengo sia
promettente anche per creare una cultura comune in grado di sfruttare
sinergicamente le possibilità e i relativi progressi in questo
settore" (E.B.)
Siaecm - 2009 Redazione Scientifica -
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